MAURO PICOTTO - KOMODO

LA PRIMA VERSIONE NON AUTORIZZATA E MAI PUBBLICATA

 

LA CLAMOROSA RIVELAZIONE E IL RECUPERO 25 ANNI DOPO

 

 

 

 

IL RACCONTO DIETRO E DENTRO KOMODO

 

Non accade tutti i giorni di venire a conoscenza di qualche dietro le quintedella portata di quello di cui stiamo per dare notizia.

In considerazione della notorietà a livello mondiale del brano musicale in questione, sicuramente questa novità susciterà scalpore tra le persone amanti

della musica trance, della musica elettronica in generale e di tutti coloro che nel corso degli anni hanno avuto modo di apprezzare questo disco.

Segue l'intervista a Giovanni Erata, un ex addetto ai lavori che ha scelto di rendere nota la vicenda fino ad oggi rimasta all'oscuro e fautore di un prodigioso recupero.

 

 

Bolle di Musica = BdM     Giovanni Erata = G

 

 

BdM: Ciao. Prima di procedere, vorremmo da parte tua una presentazione.

G: Ciao. Ho 44 anni e dal 1992 seguo con grande interesse tutta la musica ballabile, nazionale ed internazionale.

Sono un grande amante della musica e colleziono dischi. Produco musica in digitale al Casa Mia Studio dal 1999.

Per alcuni anni della mia vita con Ravenergy sono stato un promoter indipendente di eventi dance esteri sul suolo italiano

mentre per diversi anni con la Astralis Music sono stato manager di alcuni deejays nazionali di prima fascia.

 

 

BdM: Okay. Partiamo dall'argomento di questa intervista. Racconta nel modo a te più congeniale quello di cui ci vuoi parlare.

G: Ho pensato a tutte le persone che come me amano in modo particolare quel disco, Komodo. Se fossi al posto di chiunque di loro,

sono certo del fatto che vorrei conoscere ogni sfumatura ed ogni retroscena legato a quel disco. Al posto di chiunque di loro,

se oggi venissi a sapere che è esistita una prima versione di quel disco e mai pubblicata, vorrei sicuramente saperne di più.

Quando ami qualcosa, è così. Vuoi tutto di quella cosa. A maggior ragione se quello che ti manca di quella cosa é la ciliegina sulla torta.

 

 

BdM: Davvero?

G: Assolutamente. Immagina di avere 19 anni e di sentire per caso un disco. Un disco bellissimo, unico, incredibile. Un disco che ti fa sognare

fin dal primo ascolto. Un disco che ti piace così tanto al punto da arrivare ad averne più copie e in diverse edizioni, tutte quelle possibili.

Immagina poi di scoprire un giorno, per caso, che esiste una versione di quel disco mai commercializzata. Una versione beta mai pubblicata.

Una versione, quella versione, che rimane essere  la prima realizzata. La più bella e particolare. La mia preferita.

Nel 2000 ho avuto modo di sentire un paio di live sets di Mario Più e Mauro Picotto in cui suonarono appunto quella versione.

 

 

BdM: Okay. Quindi che é successo?

G: Da quel momento é iniziata la caccia a quella versione. Negli anni ho condotto delle ricerche e, grazie a diverse testimonianze di ex addetti ai lavori

che realizzarono direttamente quel disco, ho ottenuto conferma dell'esistenza di quella versione e anche alcune informazioni aggiuntive

che mi hanno portato a conoscere una circostanza sconosciuta praticamente quasi a tutti.

 

 

BdM: D'accordo. Spiegaci di cosa si tratta.

G: Nel 1999 é stata realizzata la prima versione del brano Komodo (inizialmente intitolato Komodo Dragon) che vedeva la presenza di un coro tribale

al suo interno, inserito nella pausa centrale del brano. Questo coro, cantato in lingua Baegu, é stato preso dal brano Sweet Lullaby dei Deep Forest,

a sua volta preso dal brano etnico Rorogwela di Afunakwa, una donna appartenente ad una tribù di Malaita (Isole Salomone).

I Deep Forest, depositari del copyright sul coro tribale, non hanno concesso l'autorizzazione per l'uso di questo a fini commerciali.

Di conseguenza Picotto e il suo staff sono stati costretti a ripiegare su un'alternativa che poi fu Save A Soul, ovvero il coro cantato in lingua inglese

che ha preso il posto del precedente. Ecco come si é arrivati a Komodo [Save A Soul]. Ma non è tutto. La prima versione di Komodo, oltre al coro tribale,

era caratterizzata da un doppio assolo di flauto, anch'esso dal sapore tribale, posto proprio alla fine del coro e prima della ripartenza melodica.

Ebbene, anche quell'elemento é stato rimosso dal brano e in seguito riproposto, anche se in misura assai ridotta, solo nella versione Alternative Mix.

 

 

BdM: Okay. E dopo?

G: Dalle informazioni raccolte son venuto a sapere che la prima versione realizzata, dopo la mancata autorizzazione per l'uso del coro tribale,

era destinata ad essere cestinata. Prima tuttavia sono state fatte privatamente pochissime copie di questa versione su cdr e su vinile acetato,

copie che negli anni sono andate tutte perse, buttate o inutilizzabili a causa dell'usura, secondo le testimonianze di coloro che ne ebbero copia.

Le ricerche condotte mi hanno portato a consultare tutti i diretti interessati: dagli autori del brano ad alcune delle addette della casa discografica,

per arrivare ai singoli destinatari di quelle copie. Tutto inutile.

 

 

BdM: Peccato, davvero. E poi che hai fatto?

G: Non mi sono arreso. L'unica possibilità rimanente di avere quella versione era quella di riprodurla.

Sono andato quindi in studio con la volontà di ricostruire quella versione ormai andata perduta.

Mi sono messo al lavoro facendo ricorso a tutte le mie capacità, dando vita alla fedele ricostruzione della prima versione di Komodo. E ce l'ho fatta.

Komodo [Rorogwela] (Giovanni Erata Special Reconstruction).

 

  

 

 

BdM: Una storia a lieto fine. Molto bella. Dev'essere stata una grande soddisfazione.

G: Molto. Adesso sono ben felice di condividere con tutte le persone questo mio lavoro, sono sicuro che verrà apprezzato. La musica è di tutti e a tutti deve arrivare.

La mia ricostruzione della prima versione di Komodo è disponibile per l'ascolto sul mio canale YouTube e sarò lieto di fornirla a chi me ne dovesse fare richiesta.

 

 

BdM: Interessante. Ma è permesso poter fare questo? È legale?

G: Sì. Diversamente da quanto si crede è legalmente possibile, entro certe condizioni, utilizzare opere esistenti per creare una nuova opera, secondo quanto affermato in materia

dal The Copyright Modernization Act (Section 29.21). E non solo: nel caso in oggetto, ovvero la pubblicazione di un mash-up su YouTube a fini non commerciali è assolutamente legale,

secondo quanto viene reso noto dalla Mount Saint Vincent University tramite il loro archivio informativo e stabilito per Legge dalla norma sopracitata.

 

 

BdM: Ottimo. Vogliamo ringraziarti per il tempo che ci hai dedicato.

G: Grazie mille a voi per lo spazio e la diffusione di questo.

 

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